Il Museo
I centri ossidianici
In base a reperti ritrovati nel territorio terralbese, e sulla base dei gruppi ceramici tipici più rappresentativi, possiamo ormai accertare, che oltre alla cultura Ozieri, vi era anche la cultura propria, che possiamo denominare San Ciriaco, del Neolitico recente, 2100 a.C. Altra testimonianza dell´epoca sono le numerose macine a schiena d´asino, probabilmente barattate con pesci o frutti di mare, poiché nella zona mancava la materia prima per costruirle: la pietra basaltica.
Nella zona di San Ciriaco dove é ubicato il museo è facile trovarne ovunque tra le siepi di fico d´india. Proprio per questa numerosa presenza di macine, si può attestare che la zona era molto popolata dai nuragici.
Due piatti offertoriali, uno con protome zooforma, in arenaria, furono trovati in zona San Ciriaco, e tuttora conservati nel museo storico cappuccino di Sanluri dove l´autore l´aveva portato allestendo quel museo.
Dagli scavi effettuati nei vari periodi, sono emersi nel territorio terralbese i vari siti:
- Coddu Damas (officina)
- Coddu de Fenugu (officina)
- Giogonì (officina)
- Sa punta di Marceddì (officina e porto d´imbarco)
- Pauli Putzu (piccola officina)
- Perdiadda (stazione)
- Santa Clara (stazione)
- Nuracciolu (stazione)
- S´enna Manna (stazione)
- Coddu Sabbionis
- Pauli Annuas
- San Ciriaco
- Bauangius
- San Giovanni
- Pauli Stincus
- Murera
- Bau Arretza
- Orri
- Cuccuru s´arena
- Via Bacelli
- Via Eleonora d´Arborea
- Pauli Longas
- Truncu e´Molas
- Ingraxioris
- Pomata
- Sarrideli
- Pauli Episcopus (Piscus)
- Pauli Zorca
- Tronconi
Possiamo constatare dalla denominazione, che molti di questi siti corrispondevano ad altrettanti nuraghi.